Non voglio polemizzare con il Governo o con gli Istituti chiamati ad adempiere ad una serie di provvedimenti decretati, ma non posso non registrare che non è con i proclami che si vincono le guerre”. Carmine Ferrara, Vicepresidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperi Contabili di Avellino, non nasconde il suo malcontento verso le misure messe fino ad oggi in campo dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e provare a limitarne gli effetti economici negativi. “I comunicati – precisa – che avevano come obiettivo quello di tranquillizzare gli italiani, divulgando lo sforzo economico deciso dal Governo in favore dei cittadini, non solo non hanno avuto l’effetto desiderato ma, viceversa, hanno alimentato una serie di aspettative non suffragate da norme chiare e facilmente applicabili”.
Ferrara, quanto ha pesato questa mancanza di chiarezza sulla vostra attività?
Moltissimo, perché alla nostra categoria è toccato il compito, tutt’altro che agevole, di interpretare, divulgare ed applicare le iniziative immaginate dal Governo, impegnando a tempo pieno la nostra esperienza, la nostra competenza e, naturalmente, il nostro tempo. E’ chiaro che, pur vivendo questa particolare momento storico con grande angoscia, non abbiamo esitato neanche un attimo a schierarci al fianco dei nostri clienti per garantire loro l’utilizzo di tutte le forme di assistenza decretate.
Quando parla di nome poco chiare e di difficile applicazione, a cosa fa in particolare riferimento?
Beh, quando abbiamo iniziato ad interpretare gli asfittici Decreti, ci siamo resi immediatamente conto che non erano specificate con chiarezza quali scadenze ed incombenze fiscali e previdenziali fossero sospese, quali adempimenti non fossero stati rinviati, quali esercizi dovessero chiudere e quali rimanere aperti e, come se non bastasse, ci è toccato anche capire e stabilire se prevalessero, quando confliggenti, i provvedimenti nazionali su quelli regionali. Siamo stati costretti ad un lavoro straordinario, concentrato in pochissimo tempo per provare a fornire interpretazioni in tempo reale. Ci siamo così assunti, il più delle volte, responsabilità non proprio contemplate nei nostri mandati professionali.
E per finire c’è stato il grande caos delle richieste di indennità all’Inps, con il sito dell’ente andato quasi subito in tilt.
Già, eppure si sapeva da settimane che le domande per le varie indennità sarebbero transitate sul sito dell’Inps. Ciò nonostante, lo stesso non è stato in grado di sopportare l’enorme mole di traffico ed è stato addirittura sospeso. Ma l’elenco delle cose che non sono state spiegate o che non sono state fatte sarebbe veramente lungo ma, come detto in premessa, non mi interessa polemizzare, preferisco provare a guardare avanti. Sono certo che la mia categoria professionale, con abnegazione e spirito di servizio, continuerà ad assistere i propri clienti e tutti i cittadini, anche se nella consapevolezza di un quasi impossibile realizzo di un equo compenso.
Crede che ci siano ancora margini di intervento? Come categoria cosa chiedete e cosa vi aspettate dal Governo?
Non posso che auspicare che la politica capisca che confrontarsi con professionisti, impegnati in prima linea ogni giorno con le problematiche degli operatori economici, rappresenta un investimento che paga. Se così fosse avremmo sicuramente meno proclami e più norme chiare e facilmente applicabili. La concertazione, il confronto resta una fase fondamentale per mettere poi in campo misure mirate e in linea con le aspettative ed i reali bisogni delle famiglie e delle imprese.